NOI NON CI FERMIAMO!
Eccoci qui ci presentiamo siamo il reparto Danza del sole, siamo divise in quattro squadriglie che hanno nomi meravigliosi che evocano le terre lontane degli indiani d’America: Boschi orientali, Deserto Dipinto , Colline Nere e Terra dei fuochi spenti.
Noi ci riuniamo due volte a settimana per fare delle attività entusiasmanti, divertenti ed avventurose. Le nostre uscite una volta al mese sono emozionanti e costruttive per non parlare di qualche piccolo campetto che riusciamo a fare durante l’anno per un paio di giorni. L’anno si stava svolgendo come sempre tranquillo e felice ed eravamo nel clou delle nostre attività quando il cinque marzo viene annunciato il lockdown a causa del maledetto coronavirus. Tutti si ferma, tutti rimaniamo chiusi in casa . Cosa fare?
Noi del reparto Danza del sole non molliamo insieme alla nostra PD decidiamo di reagire e di cercare un modo alternativo per continuare le nostre meravigliose attività. Con spirito di iniziativa e tanta allegria e fantasia ci siamo sfidate tra di noi , abbiamo cercato di tenere il nostro gruppo piu’ unito che mai, risolto degli enigmi degni di Sherlock Holmes.
Durante quest’ultima fase dell’anno abbiamo infine deciso di creare un nostro sito internet, per lasciare un segno tangibile della nostra attività in questo difficile momento. Questo sito conterrà degli articoli , un videoclip con una canzone scritta dal reparto e interpretata dalle nostre eccellenti cantanti e addirittura… un podcast che conterrà delle interviste. Insomma il reparto Danza del sole non molla, reagisce e vuole dimostrare che nonostante questa situazione cosi’ difficile volendo si puo’ fare tutto.
Chi siamo
STORIA DEL DANZA DEL SOLE
LA NASCITA DEL DANZA DEL SOLE
Il nostro fantastico reparto, il Danza del Sole, ha riaperto nel 2001. All’uscita di gruppo di questo lontano anno infatti il reparto femminile Cinque Nazioni è stato diviso di nuovo, ed è nato il Danza del Sole. Inizialmente, purtroppo le squadriglie che ne facevano parte erano tre:Boschi Orientali, Deserto Dipinto
e Terra dei Fuochi Spenti. Fortunatamente più avanti il reparto si è reso conto che era necessario aggiungere un’altra squadriglia, le Colline Nere. Da quel momento in poi il reparto non si è mai più diviso, suddiviso o separato, né strutturalmente come gruppo, né personalmente come unico individuo. La PD ci ha sfidato, in seguito, a ricercare la storia delle nostre squadriglie e dei reparti femminili. Questa è la storia della nascita del nostro fantasmagorico reparto, ma aspettate a chiudere l’articolo e continuate a leggere, molte cose interessanti e meravigliose aspettano solamente voi! E chissà, magari un domani potreste ritrovarvi a vivere con noi un’emozionante avventura!!!
LA DANZA DEL SOLE
Nella tribù dei Wakan Tanka la danza del sole era una preghiera fondamentale per l’intera tribù. Possedeva due significati molto importanti: il primo, che è quello “esteriore”, aveva un effetto collettivo, in quanto contribuiva alla prosperità della tribù; nel secondo, invece, l’effetto era personale poiché consisteva nello stabilire un legame tra il sole ed il cuore dell’uomo. L’elemento principale era l’albero, simbolo di questa tribù, attorno a cui giravano i danzatori: si legavano all’albero per mezzo di strisce di cuoio, che erano, a loro volta, fissate sui loro petti . I giovani, accompagnati dal battere continuo dei tamburi e da un canto figurativo delle onde del mare, si muovevano circolarmente tra l’albero ed un riparo. Le azioni dei danzatori ricordano le fasi respiratorie ed i battiti del cuore; erano come delle aquile, infatti imitavano il loro volo.
IL SIMBOLO DEL REPARTO
Lo scorso anno, per rendere ancora più forte la nostra identità e dimostrare quanto valiamo, abbiamo deciso di creare un simbolo. Questo racchiude tutta la nostra storia, le origini del reparto e di quella che era la danza del sole per le tribù, per far sì che esse rimangano per sempre nei muri del reparto e nei ricordi di tutte le persone che ne hanno fatto e che ne faranno parte. Il simbolo che porterà avanti le nostre tradizioni rappresenta la prova di forza e di coraggio che i giovani ragazzi della tribù Lakota dovevano affrontare per diventare uomini, ossia la danza del sole. Questo rituale aveva una durata di 4 giorni, prevedeva il digiuno e serviva per la purificazione dell’intera tribù . Era la più potente delle cerimonie tradizionali, ed è da questo rito che si riesce a comprendere il modo di vivere della tribù Lakota. È questo il motivo per cui il nostro simbolo è un indiano sopra una bussola, perché il nostro reparto avrà sempre chi ne fa parte e chi lo sostiene ad indicargli la direzione giusta, ed un giorno, a fare da “bussola” potresti essere proprio tu!!
UN SALTO NEL… PASSATO
Nel corso della nostra fantastica storia, non tutto ciò che c’è oggi, nel presente, è uguale al passato: ci sono piccole differenze che, a voi sembreranno sciocchezze; ma per noi sono davvero, davvero importanti.Quindi, preparatevi!, inforcate gli occhiali di protezione, potrebbe esserci qualche turbolenza vista la distanza di anni, cambiate abbigliamento, mi raccomando mai dare eccessivamente nell’occhio, soprattutto se, il posto in cui stiamo andando, è il lontano 2001!
*Rombi di motore; vortice colorato vi risucchia e vi trasporta davanti al Cristo Re…*
Le riunioni iniziavano alle 18:30, proprio come adesso, e, la prima cosa che si faceva, era aprire con la liturgia.
Dopo di che si saliva sul campone per praticare uno sport scelto da una delle quattro squadriglie che doveva spiegare le regole e come si giocava. Alla fine della partita, quando ormai il sudore rigava la fronte, o avrebbe dovuto farlo, si ritornava in reparto dove c’era sempre qualcosa di divertente da fare o qualcosa da ascoltare. Verso le otto si smetteva di fare tutto ciò che aveva catturato l’attenzione delle squadriglie ed occupato la loro mente, si cantavano e si imparavano canzoni mentre, verso la fine della riunione la squadriglia prescelta doveva esporre l’attualità che consisteva in un articolo su cui ci sarebbe stato poi un dibattito ed un paio di articoli flash, ovvero articoli che avevano conquistato l’attenzione di ogni membro, ma che non erano particolarmente importanti. Al termine della riunione si faceva la preghiera e si chiudeva con gli urli delle squadriglie.
Immagino che siate pronti ancora una volta per viaggiare nel tempo, vero?, perché il presente ci attende, non vorrete mica rimanere per sempre qui dentro? Dunque rimettetevi gli occhiali, il salto nel presente può essere più rivoltante del salto nel passato, e tenetevi pronti!
*Il vortice si apre di nuovo ed una corrente fredda vi avvolge tutto il corpo.*
Oggi, come nel passato, la riunione si apre alle 18:30, mai un minuto di più mai uno di meno, con la liturgia di una squadriglia subito seguita dall’attualità di un’altra. Dopo il “lungo” dibattito si sale sul campone dove, la PD spiega lo sport che si deve fare. Alla fine, quando i cuori battono convulsivamente per lo sforzo e le gambe doloranti traballano, si riscende in reparto dove si continua a fare ciò che si era fatto nelle riunioni precedenti o si fa qualcosa di nuovo.Alle otto invece si canta a squarciagola canzoni nuove, scelte dalla PD o canzoni che catturano l’attenzione di tutti membri del reparto per cui si ripetono quasi tutti i giorni. La riunione si chiude poco dopo con la preghiera e con i diversi urli delle squadriglie.
Podcast:
I SOCIAL NETWORK
SOTTO UNA LUCE DIVERSA : I SOCIAL NETWORK
Secondo l’Enciclopedia,- cielo! Chi è che legge l’enciclopedia nel 2020? Non fate caso a me, se mi avete visto rimpicciolirmi sulla sedia- i social network, o social media, sono un servizio on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali; si tratta di siti internet che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro.
In questo periodo di quarantena, queste “reti sociali virtuali” sono state usate, più del solito, per mantenersi in contatto con amici e parenti. Soprattutto gli adolescenti, che ordinariamente ne usufruiscono più di qualsiasi altra parte della popolazione, ne hanno abusato ampiamente. – Mamma mia che noia, sembri mia madre, ma farti gli affari tuoi?-
Dal 1997, data di creazione del primo social media, l’invenzione e la messa in gioco di queste reti virtuali non si è mai fermata: nel 2003 nasce MySpace; nel 2004 Facebook; nel 2006 viene lanciato Twitter; nel 2010 Instagram e Pinterest mentre nel 2016 TikTok.
Tutti i social media possiedono quattro caratteristiche principali:
1.Persistenza: ogni azione sui social network lascia “traccia” accessibile anche dopo anni;
2.Ricercabilità: è sempre possibile cercare e trovare segni lasciati in rete;
3.Replicabilità: ogni traccia può essere riprodotta in maniera diversa (su diversi supporti);
4.>Pubblico Invisibile: non si può sapere con precisione quante e quali persone hanno visualizzato ciò che noi abbiamo scritto, commentato etc.
IL LATO POSITIVO DEI SOCIAL NETWORK
I social network sono degli spazi molto utili per tutte le fasce di età, anche se sono maggiormente usati dalla nostra generazione – noi siamo praticamente nati insieme a questi “spazi tecnologici”. Molti sono gli aspetti dei social, e la maggior parte sono positivi. Ad esempio, i social network sono fondamentali in questo momento per la comunicazione con parenti ed amici. Inoltre, prima e durante la pandemia questi “spazi aperti” servono per condividere con altre persone cose interessanti e utili, per diffondere informazioni e comunicazioni anche virtualmente. Altro lato positivo potrebbe anche essere quello di socializzare con altre persone, che potrebbero vivere anche molto lontano da noi, attraverso la condivisione reciproca di contenuti che potrebbero aiutare ad avvicinarsi di più – mai sentito parlare di amici di penna? beh in questo caso pensate tipo a un amici di social o una roba così su … Anche se tutto ciò consuma la mente delle persone abbiate un po’ di fantasia, spaziate nei mondi sconosciuti per cercare … o ma dai chi sto prendendo in giro continuiamo .
IL LATO POSITIVO DEI SOCIAL NETWORK
Come ogni argomento che ha una «parte positiva», anche i social network sono provvisti di una «negativa». – Santo cielo, ma non vie è bastato romperci le scatole con una positiva? – – A quanto pare no. Scusateci. –
Oramai ognuno di voi, ha già preso la posizione, — e probabilmente ha anche lanciato il cellulare per evitare di leggere quello che potrebbe rovinare il proprio «amore» verso i social network — ma questo non ci impedisce di illustrarvela comunque.
Il primo punto di questa parte è nientepopodimeno che la distrazione: a causa della creazione e dell’utilizzo di questi social media, molti adolescenti — ma anche adulti, sia chiaro — spostano la loro attenzione sulle notifiche di WhatsApp; sulle nuove storie di Instagram;… quando invece dovrebbero concentrarsi su qualcosa di più importante.
Il secondo, ma non per importanza – Oh, andiamo, ma a chi importa? – Coscienza ritirati nel tuo buco e lasciaci parlare! – Stavamo dicendo, il secondo punto, non per importanza, — se fosse stato così probabilmente si ritroverebbe in cima alla Top 10 — è il fattore del cyberbullismo: ogni giorno, in tutto il mondo, c’è chi, a causa di questa cosa, soffre moltissimo e, la maggior colpa, è quella di ognuno di noi che tendiamo a «fare amicizia» su queste reti sociali con persone a cui magari non importa niente di noi, ma che per trovare il punto debole di qualcuno e distruggere quel qualcuno colpendolo proprio lì, farebbero di tutto. Per questo è molto importante prestare attenzione a qualsiasi informazione che diamo a persone conosciute tramite queste piattaforme — qualsiasi: dal nostro nome, al nostro indirizzo di casa; dalla nostra data di nascita al nostro numero di cellulare… — e a tenerci quelle più importanti o «pericolose» per noi.
– Finalmente avete smesso di parlarne, mamma mia! – – Coscienza! E’ un argomento importante! – -Capisco, ma andiamo, siete in vacanza! –
Scusatela, non è molto simpatica e socievole con gli sconosciuti, comunque ci dispiace se vi abbiamo «appesantito troppo» ma non vi scoraggiate, gli argomenti a seguire saranno più leggeri!
IL CONTAGIO DEI SOCIAL
In questa quarantena i social sono stato l’unico modo di comunicare e di mantenere i rapporti con le persone, sono diventati di conseguenza l’unico mezzo per continuare le nostre attività più importanti come la scuola e scout.
Abbiamo provato a mantenere il più possibile la normalità, cercando di fare ciò che facevamo prima. Internet e tutti i social si sono rivelati essenziali e ci hanno “salvato”. Fortunatamente per noi è stato abbastanza facile abituarsi ad utilizzare le diverse app e gli apparecchi elettronici, ma ad esempio per i nostri professori è stato più complicato in quanto non erano troppo in grado di utilizzare internet. Se ciò che è accaduto oggi fosse accaduto 50 anni fa’ sarebbe stato sicuramente più difficile e non si sarebbe stato modo di interagire con gli altri.
Anche per noi, però è stato complicato sotto alcuni punti di vista, infatti ci ritrovavamo a stare anche 8 ore davanti al computer con male agli occhi e un forte mal di testa. Inoltre abbiamo dovuto rinunciare a ogni cosa che ci dava l’opportunità di sfogarci, a uscite con amici e uscite scout, pernotti anche semplicemente passeggiare per prendere una boccata d’aria.
PODCAST: